Meglio un materasso duro o un materasso morbido?
Spesso capita di sentirci dire da amici e conoscenti che è meglio dormire su materassi duri, invece altri nostri conoscenti ci consigliano nella direzione diametralmente opposta, ma chi avrà ragione?
Innanzitutto dovremmo partire da una prima considerazione, cioè la soggettività con cui una persona ritiene duro, o morbido un materasso, perché questa è una componente che poi determina tutti i riferimenti su cui si basa, l’eventuale consiglio perciò, duro o morbido, in riferimento a chi? Ovviamente la domanda è appositamente provocatoria, perché il chi è riferito alla persona che ci da il consiglio, ma questa persona ha il nostro fisico? Perché se così non fosse, allora significa forse che quel tipo di sostegno va bene per tutti?
Ti pongo queste domande perché, voglio farti riflettere sul argomento e soprattutto sul fatto che, spesso si parte dal punto di analisi sbagliato.
Pertanto le giuste considerazioni vanno in una direzione diametralmente opposta, cioè come devo fare a scegliere il grado di rigidità? O meglio qual è il sostegno ideale per il mio fisico.
Sono un assiduo sostenitore che la scelta del materasso deve sempre essere la più personalizzata possibile, addirittura nell’ambito di un letto matrimoniale, cerco sempre di trovare una soluzione personalizzata per entrambi gli utilizzatori.
Per capirci meglio, cosa deve fare il materasso per noi quando siamo distesi? Deve permetterci di avere uno scarico del corpo ottimale, senza creare tensioni muscolari e senza creare compressioni arteriose, che creano formicolii, in altre parole deve permetterci di appoggiare con tutta la superficie del corpo, rispettando le nostre sporgenze accogliendole e sostenendo le nostre rientranze, questo permette di portare in rilassamento tutta la struttura osseo scheletrica muscolare e rispettare il flusso sanguigno.
Per ottenere questo risultato, il materasso o meglio il sistema letto nel suo insieme deve lavorare in base al nostro peso-altezza, o meglio deve lavorare sul carico, che ogni centimetro quadrato del nostro corpo imprime sul materasso, adattandosi senza creare compressione, fino al punto in cui tutta la superficie del nostro corpo e in appoggio, cioè sostenuta dal materasso in un contesto simile al galleggiamento, senza mai arrivare ad un effetto amaca.
Ciò è possibile solo facendo una attenta analisi sulla persona che utilizza il materasso, tenendo ben presente tutta una serie di fattori, come appunto peso, altezza, età, posizione in cui si dorme principalmente, problematiche personali, e diverse altre considerazioni da fare con un esperto consulente del riposo.
Pertanto il grado di rigidità, o di accoglienza non va mai scelto a priori, ma semplicemente va valutato alla luce dell’analisi di cui ti ho appena parlato.
Perciò semplificando, il materasso ideale per esempio in posizione supina, deve accogliere i glutei fino al punto in cui la lordosi lombare, arriva non solo ad appoggiare sul materasso, ma ottiene il giusto sostegno, a questo punto noi avremo il massimo sostegno del corpo e la minor controspinta del materasso, per singolo punto del nostro corpo, proprio perché la controspinta dello stesso è suddivisa su una superficie maggiore del corpo.
Detto questo tutte le considerazioni sul grado di rigidità del materasso vanno considerate sul nostro corpo disteso e ciò comporta un carico ridotto in ogni area del materasso; perciò anche se non mi piace generalizzare, va da se che spesso si rischia di fare una scelta errata, andando su materassi sostenuti, dove noto spesso che i clienti lamentano questo errore.
Nel contesto della scelta va poi tenuto presente il materiale che si sceglie, perché alcuni materiali possono agevolare questa adattabilità, come il memory ad esempio, ed altri invece renderla più difficile, come le molle tradizionali.